L’aquila Scostumata n°5 – Rapaci, Capaci e Incapaci

21 Maggio 2015

Rapaci, capaci e incapaci

Tra noi rapaci, gli incapaci non esistono.

Voglio dire che durano molto poco. Chi è incapace, per motivi diversi, non

riesce a sostenere la sua famiglia e neppure sé stesso. Prima o poi, come

dite voi, “ci lascia le penne”.

Invece da voi gli incapaci prosperano. Non solo sono numerosi, ma hanno

anche dei vantaggi, per noi incomprensibili, nei confronti di chi è

pienamente capace. Una volta non era così. Noi aquile ricordiamo tempi in

cui anche gli uomini sopravvivevano solo se erano molto, molto capaci.

Poi avete scoperto il pollice opponibile, il linguaggio, il pensiero astratto,

l’arte e la guerra. Vi siete sottratti al ciclo alimentare e avete pensato di

aver superato tutti i problemi. In realtà, avete solo sottomesso parte della

Natura, avete cominciato a sfruttarla e l’avete danneggiata in modo

irreparabile. Nel breve periodo potete anche sembrare molto capaci,

addirittura brillanti, ma nel lungo periodo vi aspetta l’estinzione, come è

successo e continuerà a succedere a tutti i viventi incapaci.

Con tutta la vostra matematica, i computer e gli staff di superconsulenti,

siete incapaci di calcolare le conseguenze delle vostre scelte.

Siete perfino incapaci di fare divisioni e moltiplicazioni. State fermi per un

mese e mezzo e poi cominciate ad agitarvi perché, all’improvviso, vi

rendete conto del fatto che la posta che avete lasciato accumularsi non si

consegnerà da sola. Ci vuole qualcuno che la prende, la mette in una borsa

e la porta in giro, consegnandola dove deve andare.

Noi ce ne stiamo qui in alto, cullate dai primi venti caldi e accompagnate

da grandi ondate di profumi. Noi rapaci siamo fortunati: non dobbiamo

convivere con gli incapaci.

Stiamo aspettando che gli incapaci si estinguano, dolcemente e

naturalmente, come deve succedere a chi non sa fare i conti con la vita.

L’aquila scostumata

You Might Also Like