L’aquila Scostumata – N° 2

20 Novembre 2014
n°2 Gennaio 2015

I tempi, i profeti

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando”.

Se gli umani ascoltassero i loro profeti, vivrebbero meglio e più a lungo. Invece i profeti sono osteggiati, derisi, ignorati, condannati, esclusi. Nessuno è profeta nella propria patria.

Se gli umani ascoltassero i loro profeti, eviterebbero molti errori.

I profeti colgono i segni dei tempi e li trasformano in parole che mettono a disposizione di tutti. Gli umani non dovrebbero fare altro che ascoltare quelle parole, meditarle nel profondo dei loro cuori, oltre le pieghe avvelenate della loro mente, e comportarsi di conseguenza.

Vi ricordo il caso di Cassandra: avvertiva il suo popolo di non accettare doni dagli Achei e fu derisa ed umiliata. A lei andò relativamente bene, venne ridotta in schiavitù da Agamennone. Altri profeti furono uccisi in modo tanto più feroce, quanto più dicevano cose scomode e vere. Da Isaia a Martin Luther King.

Quest’anno porterà una trasformazione, esattamente come succede ogni anno. C’è chi la vede e ne partecipa, c’è chi la ignora e chi la nega, perché ne ha paura.

La trasformazione fa parte della vita, tutto scorre e si trasforma. Se gli umani ascoltassero i loro profeti, non avrebbero più paura.

Qui da noi stanno cambiando i dirigenti. E’ un problema? Se i sindacalisti fossero attaccati alle loro posizioni per gestire il potere, allora avrebbero dei problemi. Ma se il loro lavoro consiste nel valutare quanti e quali vantaggi vengono ai lavoratori ed all’azienda dalle decisioni dei nuovi manager, allora non c’è motivo di aver paura. Basterà osservare i comportamenti, le scelte e i risultati per dare una valutazione ferma e serena.

Tutti sono valutati in base ai risultati raggiunti. Vale per il personale, come per i Quadri e i Dirigenti.

Noi aquile, per fortuna, non siamo profeti né profetesse. Vediamo tutto dall’alto e vediamo lontano.

Vediamo avvicinarsi i temporali ed il bel tempo, le nuvole piene di pioggia e i venti tiepidi della primavera. Ci limitiamo a constatare quello che succede.

Gli umani farebbero bene ad imitarci.

A giugno molti davano per scontata la privatizzazione, adesso molti parlano di una tabella dei tempi ancora da mettere a punto insieme al Ministero del Tesoro.

A giugno molti parlavano di tagli e di esuberi, a dicembre l’ad Caio dice che non ci saranno licenziamenti, ma solo le uscite agevolate iniziate nel 2010 e parla di 8.000 nuove assunzioni e di 7.000 unità in riqualificazione.

A ottobre molti sostenevano che il Piano Industriale non sarebbe arrivato, a dicembre il cda l’ha approvato.

Se gli umani fossero capaci di guardare lontano, capirebbero che il tempo risolve molti problemi e cancella molti motivi di ansietà.

Capirebbero anche che non serve a nulla scommettere su chi vincerà il campionato, alla fine della seconda giornata. Meglio aspettare e vedere come si sviluppano le diverse strategie.

Meglio ragionare sui fatti che sulle paure.

È un suggerimento ed un invito.

“l’anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando, è questa la novità”.

L’Aquila Scostumata


 

n°1 Dicembre 2014

Gli Amici e i Nemici di Poste Italiane

In Italia abbondano i soggetti a cavallo tra funzione di cittadinanza e identità privatistica (Ferrovie, Anas, Società Pubbliche partecipate da privati come ACEA, ecc.). In questo contesto, Poste Italiane può vantare un record: quello del numero degli avversari e nemici, interni ed esterni, nazionali ed internazionali, intenzionali e inconsapevoli, ben informati ed ignoranti.

Nella mia esperienza di sindacalista ho spesso combattuto con due tipi di avversari: quelli che lo fanno apposta e quelli che non si rendono conto. Non saprei dire quale sia il tipo peggiore.

Gli avversari intenzionali non sempre si vedono subito e chiaramente. A volte si mascherano da alleati (tipico di certa politica), dicono sempre di sì, sorridono mentre affilano le lame. A volte fanno finta di ignorarti, poi però cercano di infilare qualche emendamento ad hoc nella Finanziaria di turno. Stiamo parlando delle grandi banche, dei potentati finanziari, quelli abituati a fare e disfare a proprio uso e consumo e ad aggirare le varie Authority con i loro “cartelli” invisibili. Il loro obiettivo è quello di rompere l’unità dell’Azienda Postale, per ingoiare senza masticare i pezzi pregiati (Bancoposta, l’assicurativo, parte della logistica), lasciando sulle spalle dei cittadini il peso della bad company del recapito.

Gli avversari inconsapevoli, invece, si vedono subito: da come parlano si capisce che non sanno niente di Poste Italiane e di come funziona la filiera postale. Hanno in mano delle grandi forbici, con le quali tagliano budget e personale, senza capire che stanno tagliando la parte migliore (il capitale immateriale) dell’Azienda.

Gli inconsapevoli sono molto più numerosi degli intenzionali e continuano a pensare alle Poste com’erano più di vent’anni fa. Non hanno letto, non hanno visto, non hanno ascoltato le voci di dentro. Sono ottusi ragionieri e ottusi burocrati che si credono efficientisti. Molti di questi oggi fanno i consulenti. La loro bassa qualità è resa evidente dall’incapacità di formulare un piano industriale degno di un’azienda moderna. Continuano a navigare a vista, in attesa dell’apparizione della costa e di un porto sicuro, mentre sfiorano gli scogli e le insidie di un mare sconosciuto. Parole tante, dichiarazioni tante, fatti nessuno.

L’obiettivo degli inconsapevoli è quello di spacchettare l’Azienda per fare cassa. Sono i migliori alleati degli avversari intenzionali. Infatti, dopo che avranno ricavato un pugno di milioni dalla vendita dei pezzi pregiati, si ritroveranno come il proverbiale Don Falcuccio, mentre gli intenzionali cominceranno a banchettare.

A quale famiglia appartenga il nuovo gruppo dirigente non lo sappiamo e non ci interessa.

Quello che ci interessa è il fatto che nella storia recente dell’Azienda Poste Italiane gli unici che l’hanno difesa senza mai esitare e senza mai addormentarsi sugli allori siamo stati proprio noi del Sindacato, di questo Sindacato, l’SLP Cisl.

Hai visto mai che questa sia la ragione per la quale ci vota più del 55% dei lavoratori e delle lavoratrici di Poste Italiane?

L’Aquila Scostumata

You Might Also Like