Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia (Lc2,11s)
…la misura dell’amore…è amare senza misura…
Carissimi,
come di consueto, ogni anno prendiamo lo spunto delle imminenti Festività Natalizie, per fare un po’ il punto della situazione, il bilancio dell’anno che volge al termine.
Insieme, anche quest’anno, abbiamo fatto tanta strada, abbiamo camminato con il cuore senza stancarci mai!
A Natale puoi … recita il motivetto di una pubblicità, e noi lo abbiamo fatto durante tutto il corso dell’anno.
E abbiamo fatto di più. Abbiamo lavorato senza sosta, fra mille difficoltà. Con caparbietà ed autorevolezza abbiamo parlato non solo di mercato del lavoro, ma soprattutto e sempre, di lavoratori, tenendo alto il valore del loro lavoro in Azienda contro una classe dirigente arrogante, qualunquista, presuntusa ed ignorante, incapace di gestire il quotidiano ancor prima di eventi appena più complessi. Gente inutile, quando non dannosa!!!
Economia globalizzata e finanziarizzata, politica degli investimenti, lavoratori eccedenti, forza-lavoro, flessibilità, variabile indipendente, possibilità produttive, esuberi, mobilità della manodopera … chiacchere, chiacchere, chiacchere,l’unica cosa in cui la classe dirigente di Poste sa eccellere!!!
All’inizio di questo anno, pensando soprattutto alla partita della Privatizzazione della nostra Azienda – ricordiamo: la più grande azienda Italiana- avevamo avvertito i vertici, chi comanda cioè, che, in mancanza di una cabina di regia condivisa avremmo combattuto con ogni mezzo, ogni percorso dichiaratamente e pericolosamente senza senso, che rischiasse di mettere in ginocchio la nostra Azienda, senza contropartite.
Fedeli alla nostra vocazione, dalla parte dei lavoratori tutti i giorni,, abbiamo posto ad ogni tavolo di discussione e di trattativa prima di tutte le prospettive tecniche, una prospettiva che ridimensionasse la logica dell’efficienza materiale affrontando le questioni del lavoro centrandole “sull’essere umano che lavora”, sui lavoratori e le lavoratrici di Poste Italiane che hanno fatto grande la nostra Azienda
Nonostante le premesse non ci fossero, noi come al solito come sempre, abbiamo voluto mettere sui tavoli la nostra competenza e la nostra forza al servizio dell’Azienda, che difendiamo e sosteniamo da sempre. E siamo andati avanti tra un disastro annunciato e un altro, e un altro…
Poi… il caos! Ed il susseguirsi caotico di accidenti di malaffare: la crisi del settore Poste Impresa, il problema mai risolto dei Messi Notificatori, i guai con le ASI che fanno i portalettere, il milione di raccomandate giacenti a Fiumicino, le 2 tonnellate di mittenti, e per finire in bellezza, un vero eufemismo, l’indice di criticità delle giacenze che ha sfiorato il 10% ect ect ect
Il nostro NO alla privatizzazione, la mobilitazione senza precedenti ed il “nostro” sciopero del 4 novembre, a cui i lavoratori hanno aderito non senza difficoltà, non sono stati che il primo atto.
Poste nel suo “piccolo” è l’identificativo di ciò che succede oggi nel sistema Paese per questo e solo per questo abbiamo combattuto con tutte le nostre forze e con ogni mezzo contro l’ignoranza e l’indifferenza, contro la discriminazione e l’intolleranza, contro la logica del“mercato del lavoro” sfruttato, che invece di creare divide e, dividendo, minaccia di uccidere il valore etico del lavoro, la dignità stessa del lavoratore.
Lo diciamo senza ipocrisia, insieme, NOI, siamo stati i protagonisti assoluti di questo 2016.
Il nostro impegno è che continueremo a mettere sempre al primo posto la dignità della persona che lavora e a combattere contro i nemici di sempre, contro i giochi di potere, contro il qualunquismo, il pressapochismo, sempre promotori di un umanesimo del lavoro per uno sviluppo autenticamente globale e solidale
Se questo Natale riuscirà a richiamarci ad una concezione più umana, più giusta, più fraterna e meno prosaica della realtà, non soggetta agli idoli ed al potere, allora sarà stato davvero un Buon Natale Auguri dal Cuore!
Il Segretario Generale Slp-Cisl Roma Capitale e Rieti
Riccardo Barbati
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