I primi e gli ultimi
Ormai ne abbiamo abbastanza. La generosa apertura di credito che avevamo concesso all’inizio del mandato è stata consumata senza che sia arrivato un minimo segnale positivo da parte di chi, lautamente stipendiato, è stato incaricato di rilanciare Poste Italiane SpA ed il suo gruppo.
Alla fine dei conti, dobbiamo concludere che ci troviamo davanti al solito manipolo di incapaci, che si ricopre di ridicolo ogni volta che impugna la penna e scrive un nuovo ordine di servizio.
Magari in ritardo, ma vogliamo ringraziare tutti i lavoratori e le lavoratrici postali che, nel nostro territorio, nel 2014 hanno raggiunto risultati straordinari. Senza la capacità, l’intelligenza, la passione e la dedizione di migliaia di postali veri, nessuno di questi dati sarebbe stato possibile.
Avete raggiunto livelli di quantità e qualità senza precedenti nella maggior parte degli indicatori gestionali nel 2014.
Primi in Italia per ferie e straordinario, primi in Italia nella posta inesitata a Roma e nel Lazio, primi in Italia per ricavi dell’ASI (2 milioni di Euro), migliore ALT per le raccomandate a domicilio.
Senza parlare dei 3 milioni di Euro recuperati fra risparmi di gestione, riduzione dei costi degli appalti e internalizzazioni intelligenti.
Grazie di cuore, da parte di tutti noi che abbiamo la fortuna ed il privilegio di lavorare in questa grande squadra.
Non riusciamo a capire, invece, come mai a fronte di questi dati, l’attuale management vi considera i peggiori di tutti, al punto da azzerare in chiusura di anno l’intero gruppo dirigente che ha guidato la macchina aziendale per raggiungere quei risultati. L’azienda ha il diritto incontestabile di modificare il proprio assetto organizzativo, ma noi sentiamo l’obbligo di segnalare a chi di dovere che si è aperta una nuova stagione di assoluta follia organizzativa.
Nel giro di un mesetto scarso gli attuali manager sono riusciti a passare da 30.000 cartelle esattoriali consegnate a 8.000 al giorno; a perdere 12 punti percentuali sulle raccomandate e a passare da 16 a 49 giacenze su 100 pezzi. Non sono invenzioni, non lo diciamo noi, che siamo di parte. Lo dicono i dati della stessa Azienda distribuiti agli ALT ed ai RAM per posta elettronica. Possibile che i massimi responsabili non li abbiamo letti o, peggio, non li abbiano capiti?
Noi pensavamo che il top management fosse composto da persone preparate, intelligenti, capaci di trovare nuove soluzioni e di superare vecchi problemi. Invece, scopriamo che non sono nemmeno capaci di leggere i numeri prodotti dalla loro stessa azienda e di trarne le logiche conclusioni: chi raggiunge i risultati è premiato, chi non li raggiunge torna a casa.
Almeno, così sembra suggerire il Codice Etico di Poste Italiane (articoli da 1 a 5). A pensarci bene, forse potremmo appellarci anche all’articolo 9, che recita: “Ciascun dipendente informa con tempestività il proprio responsabile diretto dell’insorgenza di dinamiche che possano interferire con la corretta gestione dell’attività lavorativa.” Ebbene, Seppelliamoli di e-mail.
Sbagliare ad interpretare i dati interferisce, eccome, con la corretta gestione dell’attività lavorativa. Che sia per incapacità manifesta o per dolo, non spetta a noi stabilirlo. Però diciamolo chiaramente:
se tra i massimi decisori ci fossero persone capaci di imparare dai propri errori, dovrebbero fare un passo indietro. Se tra i massimi decisori ci fossero persone rispettose del lavoro dei loro sottoposti, dovrebbero fare un passo indietro. Se tra i massimi decisori ci fossero persone serie, dovrebbero fare un passo indietro.
Il Segretario Generale Slp-Cisl Roma Capitale Rieti
Riccardo Barbati