Raffaele Bonanni lascia l’incarico di segretario generale della Cisl: Necessario segnale rinnovamento

24 Settembre 2014

L’intervista a SKY Tg24:

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Lascia Bonanni, arriva una donna. Per favore, non cambiate solo le facce

Il cambio al vertice di un sindacato importante come la Cisl apre la possibilità di imboccare una strada nuova

Lascia, Raffaele Bonanni, la guida della Cisl. La lascia un po’ all’improvviso, sebbene la successione sia stata già decisa. Toccherà a una donna, Annamaria Furlan, prendere il suo posto, seconda presenza femminile dopo Susanna Camusso nel triumvirato di punta di Cgil-Cisl-Uil: e questo è un bel segno dei tempi. A novembre lascerà anche Luigi Angeletti, il più longevo dei leader sindacali, e così le tre confederazioni avranno tutte nuove leadership, premessa – si spera – per un rinnovamento di fondo dell’immagine e dei contenuti del sindacato italiano.

Giacché questa è la vera scommessa, al di là delle cambio delle facce: cambiare il modo di essere, il senso, la ragione del sindacato nell’era della Grande Crisi. Nell’epoca della morte del posto fisso e della più drammatica congiuntura occupazionale. Nel periodo storico dei nuovi lavori, della mondializzazione delle conoscenze, delle inedite domande sul rapporto fra esistenza e lavoro.

Difficile dire se l’uscita di Bonanni agevolerà il rapporto con il governo sulla legge sul lavoro e la polemica sull’articolo 18. A occhio, scommetteremmo di sì.

Lo vedremo presto. Questione di giorni. Scommetteremmo di sì, perché la Cisl, anche nella stagione di Bonanni, ha mostrato di avere molte idee innovative, frutto di una lunghissima elaborazione. I fatti hanno dato ragione a una parte fondamentale di quel bagaglio, dalla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa alla contrattazione decentrata, per dire delle due ricette più importanti. Perché tirarsi indietro rispetto alla sfida di Renzi su un nuovo modello di regole?

D’altra parte Bonanni, negli otto anni della sua segreteria, si è battuto per competere sul terreno delle idee con una Cgil troppo spesso riottosa ad affacciarsi sui quei sentieri (ancora oggi ostile a privilegiare la dimensione aziendale a quella nazionale della contrattazione) e ha tenuta ferma l’impostazione di fondo della sua Cisl, quella che considera la concertazione governo-imprenditori-sindacati indispensabile per fronteggiare la crisi e rilanciare il paese. Nei Settanta e poi ancora nei Novanta quel modello è stato vincente, ma negli ultimi anni è andato a fasi alterne.

Ecco, la difficoltà strategica della Cisl di Bonanni oggi sta esattamente nel fatto che Renzi ha abbandonato, anche rumorosamente, qualunque nostalgia per la concertazione, inaugurando una nuova stagione, da questo punto di vista, completamente diversa. Di fatto sottraendo al sindacato capacità negoziale “nazionale”, il famoso “diritto di veto” che tutti i governi precedenti al suo consentivano alla “Triplice”. Il mito della Sala Verde, per capirci.

Anche questo dato di fatto ha risospinto il sindacato di via Po sulle sponde ben note e più familiari della pura e semplice difesa dei loro iscritti, per lo più dipendenti statali: una categoria di lavoratori quella che, dati alla mano, appare sempre più come una ridotta dei bei tempi andati che esemplare della realtà vera del mondo del lavoro. Quello della rappresentanza degli interessi “veri” del mondo del lavoro è in fondo lo stesso tipo di problema che attanaglia l’altro grande sindacato, la Cgil, ancora meno incline a riconoscere i propri ritardi.

Il cambio al vertice di un sindacato importante come la Cisl apre dunque la possibilità di imboccare una strada nuova. Quella dell’apertura ai problemi posti dalla depressione economica e dalla dilagante disoccupazione. Della comprensione delle necessità inedite di nuove generazioni che tentano di affacciarsi nel mondo del lavoro con un nuovo portato di cultura e di voglia di fare.

Forse anche la strada di un graduale ripensamento su un modello fondato su tre sindacati figlio di una tripartizione partitica della Prima repubblica, mentre stiamo entrando nella Terza, e di una idea basata sul collateralismo fra forze politiche e organizzazioni sindacali.

Soprattutto, si tratta di fare i conti con le nuove schiavitù che avanzano in ogni città, in ogni quartiere, in ogni fabbrica, in ogni laboratorio. Ecco perché la frontiera è quella delle tutele, dei diritti, del protagonismo dei lavoratori nelle aziende. Un bel compito, assai difficile, quello che attende chi andrà a sedersi sulla poltrona occupata fino a ieri da Raffaele Bonanni.

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Raffaele Bonanni lascia l’incarico di segretario generale della Cisl: «Necessario segnale rinnovamento»

Raffaele Bonanni, ha deciso di lasciare in anticipo rispetto alla scadenza naturale, tra sei mesi quando avrebbe raggiunto i limiti d’età, la carica di segretario generale della Cisl. Bonanni ha convocato per domani la segreteria e il comitato esecutivo di via Po per comunicare la sua decisione. La notizia apparsa su Dagospia è stata confermata da fonti vicine al leader della Cisl che accelera il percorso di uscita (la scadenza del mandato era per il 2015 a 66 anni). Per domani è prevista una riunione della segreteria confederale con i responsabili delle categorie e delle strutture regionali. Domani Bonanni, alla guida del sindacato dal 2006, presenterà le sue dimissioni all’esecutivo e con ciò decadrà tutta la segreteria confederale.

Bonanni: mio tempo è finito, volevo dare segnale rinnovamento
«Non è una decisione presa all’improvviso. Avevo già indicato Furlan come mio successore. Quando si fa così vuol dire che il tempo per il segretario generale è scaduto. Era assolutamente necessario un segno di rinnovamento». Così in serata, dai microfoni del Tg1, il leader della Cisl ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni.

Jobs act, Bonanni: sindacato non cambierà linea riforma 

Bonanni ha avvertito però che la Cisl «non cambia linea» sulla riforma del lavoro». Lo ha detto parlando al Tg3 a proposito della successione alla guida del sindacato. «Quello che conta – ha aggiunto – è che bisogna trovare una soluzione per le persone che sono più in difficoltà».

Alla guida del sindacato dal 2006
Bonanni è al timone della Cisl dal 2006. Il regolamento dell’organizzazione prevede che il segretario generale resti in carica fino al 65esimo anno di età e Bonanni, nato il 10 giugno del 1949, ha ottenuto una proroga. Ma il numero uno della Cisl, spiegano a via Po, ha deciso di anticipare l’uscita per garantire un migliore rinnovamento della segreteria. Dopo la riunione di domani, a ottobre si riunirà il Consiglio generale che eleggerà il nuovo segretario generale e la nuova segreteria.

In pole per la successione Annamaria Furlan
In pole per la successione Annamaria Furlan, eletta nuovo segretario generale aggiunto della Cisl alla fine di giugno. «È una scelta quella di Annamaria Furlan – aveva spiegato Bonanni – per dare più forza e continuità alla gestione dell’organizzazione nel modo più equilibrato possibile ed in piena unità interna. Furlan è la persona giusta che con il suo comportamento coerente e il suo lavoro di questi anni rappresenta la garanzia di una continuità dell’azione politica e sindacale della Cisl».

Chi è Annamaria Furlan
Cinquantasei anni, genovese, Annamaria Furlan ha iniziato la sua attività sindacale nel 1980 come delegata del Silulap, la categoria Cisl dei lavoratori postali di cui poi è divenuta segretaria provinciale e regionale. Successivamente Furlan ha guidato la Cisl di Genova e la Cisl regionale della Liguria. Dal 2002 è stata segretario confederale della Cisl occupandosi del settore terziario e servizi, che comprende: commercio, turismo, banche, assicurazioni, telecomunicazioni, spettacolo, editoria, trasporti, poste, authority, politiche agroalimentari ed energetiche.

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Raffaele Bonanni si appresta a lasciare la segreteria della Cisl. Per domani sono stati convocati i segretari regionali e confederali e, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, sono attese le dimissioni del leader, alla guida del sindacato di via Po dal 2006. Il mandato sarebbe scaduto fra sei mesi ma Bonanni avrebbe deciso di anticipare il passo indietro. Il segretario generale aggiunto Annamaria Furlan potrebbe prendere il suo posto.

“Non è una decisione presa all’improvviso. Avevo già indicato Furlan come mio successore. Quando si fa così vuol dire che il tempo per il segretario generale è scaduto. Era assolutamente necessario un segno di rinnovamento”. Dai microfoni del Tg1, Raffaele Bonanni ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni. Bonanni ha ribadito come il sindacato “andrà avanti con la stessa linea”. Quanto al braccio di ferro in corso sul Jobs act e al difficile momento sindacale ha detto: “Il mio messaggio è di ricercare la responsabilità e le strade che uniscono. La realtà italiana non può continuare a dividersi su tutto. La divisione crea solo povertà culturale e politica”. E ha liquidato con un “mi guarderò intorno” la domanda su cosa farà in futuro.

 

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Tra i possibili successori il nome più accreditato è quello di Annamaria Furlan

Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, sta per lasciare la guida della confederazione.

Stando alla “bomba” lanciata da Dagospia, domani potrebbe essere l’ultimo giorno di Bonanni come segretario generale della Cisl. Per domani sono stati convocati tutti i segretari regionali e confederali. La conferma della convocazione degli organismi dirigenti arriva dallo stesso Bonanni a TMNews.

“Dobbiamo discutere delle cose…”, si è limitato a ripetere Bonanni diverse volte. E ha aggiunto: “Abbiamo convocato i segretari regionali e confederali per domani. Ne riparliamo domani”. Abruzzese, nato a Bomba (in provincia di Chieti), Bonanni è stato eletto segretario generale della Cisl il 27 aprile 2006 e riconfermato nei congressi confederali del 23 maggio 2009 e del 15 giugno 2013. Fonti vicine al sindacato spiegano che l’obiettivo è accelerare il percorso di uscita. La scadenza del mandato sarebbe, infatti, fissata per il 2015 a 66 anni. Comincia così un percorso che dovrebbe portare alla sostituzione del leader Cisl e il rinnovamento della segreteria confederale con il Consiglio generale probabilmente nella prima decade di ottobre. Tra i possibili successori il nome più accreditato è quello della segretaria generale aggiunta Annamaria Furlan.

Domani Bonanni presenterà le sue dimissioni all’esecutivo e con ciò decadrà tutta la segreteria confederale. “La Cisl non cambia linea sulla riforma del lavoro – ha detto Bonanni al Tg3 a – quello che conta è che bisogna trovare una soluzione per le persone che sono più in difficoltà”.

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Bonanni lascia la guida della Cisl. Per la successione in pole Annamaria Furlan

“Era necessario un segno di rinnovamento”, spiega, ma sottolinea: “Sul lavoro la linea non cambierà”. Per domani convocate segreteria e comitato esecutivo. Era alla guida del sindacato dal 2006. Il suo mandato sarebbe scaduto tra sei mesi

ROMA – La battaglia sulla riforma del lavoro avrà un protagonista in meno. Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, annuncerà domani le sue dimissioni. “Era assolutamente necessario un segno di rinnovamento”, ha spiegato Bonanni ai microfoni del Tg1.

“Non è una decisione presa all’improvviso. Avevo già indicato Furlan come mio successore. Quando si fa così vuol dire che il tempo per il segretario generale è scaduto”, ha aggiunto il leader Cisl che guida il sindacato dal 2006. Bonanni ha voluto accelerare il percorso di uscita (il suo mandato scade tra sei mesi, nel 2015). Favorita per la successione è Annamaria Furlan, segretario generale aggiunto. Con le dimissioni di Bonanni comincia un percorso che porterà alla sostituzione del leader Cisl e al rinnovamento della segreteria confederale con il Consiglio generale probabilmente nella prima decade di ottobre.

Per domani è stata convocata la segreteria e il comitato esecutivo del sindacato allargata a tutti segretari regionali e confederali. Ai microfoni del Tg3 Bonanni ha voluto specificare che la Cisl “non cambia linea” sulla riforma del lavoro.

“Domani abbiamo una segreteria allargata ai segretari regionali e vedremo cosa dirà il nostro segretario generale. Di certo, la decisione era nell’aria”, afferma Liliana Ocmin, segretario confederale della Cisl.

Una vita nel sindacato.

Raffaele Bonanni, nato nel 1949, abruzzese di Bomba, era al terzo mandato alla guida della Cisl. Nel 1981 diventa Segretario Generale della Cisl di Palermo e nel 1989 viene eletto Segretario Generale della Cisl siciliana. Nel 1991 è chiamato a guidare la Filca, la categoria dei lavoratori dell’edilizia della Cisl, e nel 1998 entra nella segreteria confederale, quando alla guida c’era Sergio D’Antoni. E’ stato riconfermato segretario confederale nei congressi della Cisl del maggio 2001 e del luglio 2005. E’ stato eletto segretario generale della Cisl il 27 aprile 2006. Consigliere del Cnel dal 7 luglio 2006 (VIII Consiliatura), è stato riconfermato nella attuale, IX (2010-2015).

In 8 anni alla guida del sindacato Bonanni è stato un protagonista della scena politica nazionale, portando la Cisl a prendere spesso posizioni diverse rispetto aglialtri sindacati. Fu in prima fila per evitare che Alitalia finisse nelle mani di Air France nel 2008 e poi tra i primi a formare con Cai. Inizialmente sostenitore del governo Monti, fu poi molto critico per l’esclusione dei tre principali sindacati dal tavolo delle trattative per il varo della manovra economica del dicembre 2011, la Salva-Italia. Duro anche sul problema degli esodati: “Sono il simbolo dell’iniquità, della spregiudicatezza del governo e sono anche il frutto malefico della mancanza di confronto e di concertazione”, disse Bonanni. Nella vicenda Fiat-Pomigliano si schierò con il Lingotto, contro la Cgil-Fiom. 

 

 

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