IL GESTORE ATTESE DI POSTE ITALIANE pronto a diventare la WATERGATE del sistema postale Europeo.

3 Gennaio 2018

il garante della privacy, Antonello Soro boccia il sistema di gestione delle attese di poste italiane rilevando numerose e pericolose interpretazioni lesive per la dignità e operatività dei suoi lavoratori preposti agli sportelli e sale consulenza.

Nelle banche, nei grandi supermercati, persino negli ospedali dove si prenotano le visite, tutti hanno introdotto per snellire le massacranti file il gestore delle attese con i suoi numeri digitali, ma tra tutti quello di poste italiane, per dirla ”un po’ in dialetto : s’e’ fatto riconosce”. Il garante per la privacy, l’autorita’ presieduta da Antonello Soro, a seguito di svariate denunce e segnalazioni dei sindacati, ha prima avviato un istruttoria, durata qualche mese, chiesto altri dati all’azienda poste, che continua a matenere il silenzio stampa, seppur costretta a fornirli; L’istruttoria infine ha portato il garante a produrre il seguente documento di undici pagine ”vedi nelle note ndr.
La prima istanza limpida come il sole, la violazione di far apparire il nome di battesimo dell’operatore e la lingua parlata dove preposto, sul monitor nella sala al pubblico violando così la piu’ elementare norma di privacy, senza una preventiva informativa dell utilizzo dei dati peronali al dipendente, ne stipulando alcun accordo con il sindacato. Ma la cosa ben piu’ grave, (al punto 3.2 – 3.3 del documento) l’Autorità ha stabilito che le caratteristiche del sistema per la gestione delle attese, e il controllo penetrante che ne conseguiva, non erano proporzionate alle finalità “organizzative e produttive”, “di sicurezza del lavoro” e “di tutela del patrimonio aziendale”, ammesse dalla normativa lavoristica. La cosiddetta “console di monitoraggio” con cui la società gestiva il sistema, infatti, consentiva a oltre 12.000 soggetti incaricati – con visibilità differenziata a livello nazionale e periferico – di accedere in tempo reale e in via continuativa, ai dati relativi a tutte le postazioni e a tutti gli operatori in servizio, in qualunque momento, presso un determinato ufficio. Tali dati potevano essere raccolti e memorizzati, anche sulla base di non ben specificate “anomalie”, e potevano essere estratti in report individuali. Insomma una watergate.. (scandalo americano delle spie telefoniche nella casa bianca 1972 nda) Il Garante ha osservato inoltre che ai sensi della disciplina di settore, il sistema non poteva configurarsi quale mero “strumento di lavoro” indispensabile per rendere la prestazione, potendo consentire, anche indirettamente, il controllo a distanza del lavoratore. Per tale motivo Poste avrebbe dovuto adottare le specifiche garanzie previste dalla legge, tra cui l’apposito accordo da stipulare con i sindacati. Se poi aggiungiamo, che a questo, dalla consolle di monitoraggio, partono tonnellate di telefonate ad incrociare i dati rilevati.. signori il Signorotto e” servito, attraverso i suoi ”Bravi” il pieno controllo di tutti i vassalli, e senza scendere da ”Cape Canaveral” dove staziona lo Shuttle… fino a veri e propri atti discriminatori della dignità del lavoratore. Il garante ha fatto sapere che questa situazione di gravità estrema deve cessare immediatamente e lo strumento, così come è concepito non può più essere usato.
Francesco Ambrosio per Slp Cisl Roma

provvedimento garante.pdf

 

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