Quello che accade in Poste Italiane è veramente imbarazzante. In quindici giorni sono stati cancellati dodici anni di lavoro. Dodici anni di luci e ombre che hanno però trasformato le Poste in una delle più solide aziende del paese e in uno degli operatori postali più apprezzati al mondo.
Bilanci eccezionali ripetuti negli anni, livelli occupazionali importanti salvaguardati anche negli anni della più grave crisi del dopoguerra, una gamma di prodotti e di servizi che il mondo ci invidia, una clientela fortemente fidelizzata e diffusa.
D’un tratto tutto questo viene cancellato con un colpo di spugna in nome di una non precisata “discontinuità” col passato (al confronto la rottamazione di Renzi è roba da educande), senza una visione strategica, senza ancora uno straccio di piano d’impresa che un nugolo di ragazzetti consulenti provano a raffazzonare. Forse senza neppure aver capito che azienda particolare e complessa sia Poste Italiane.
Ma questo non importa a nessuno!!
Ed ecco, in nome della reiterata “discontinuità”, viene decapitata tutta la vecchia guardia, senza distinzione tra meriti e colpe, che non ha bisogno della nostra difesa perchè Dio solo sa quanti scontri feroci abbiamo ingaggiato con loro.
Ma di norma si cambia per migliorare. Invece ecco spuntare le anonime retrovie, di cui non si conoscevano neanche i nomi, che assurgono a nuovi salvatori della patria, dove avevano soltanto bivaccato. E solamente leggendo i giornali di domenica scorsa abbiamo intuito le logiche che cementano certi sodalizi tra contiguità condominiali, ridicoli mediatori, ascari pentiti saltati subito sul nuovo carro.
E ripartono manovre subdole, che sanno di stantìo già visto, nell’illusione di “rabbonire” SLP-Cisl, come se fossimo al guinzaglio di qualcuno. Una pratica questa che in passato non ha portato bene a qualcuno.
E all’azienda, ai servizi, al paese, ai clienti, ai lavoratori chi ci pensa? Ma a chi volete che gliene freghi?
Il Presidente del Consiglio fa scuola dicendo che bisogna pensare in positivo e saper osare. E noi oseremo anche stavolta per onorare la nostra storia di Sindacato forte dei suoi 64 mila associati, coraggioso e mai conservatore.
E se a qualcuno tutto ciò non piacerà, “ce ne faremo una ragione”.
Questa è la nostra “discontinuità”
In bocca al lupo a tutti.
Mario Petitto
Segretario Generale