8 marzo 2019 Franco Polverino.pdf
Come ogni anno formule, siparietti e magniloquenza Boldriniana sui diritti delle donne. Gabbia dorata. Roba da riserva indiana!
Le donne sono donne. E sanno benissimo che la retorica del giorno dedicato, tutto per loro, non sovverte regole e status quo!
Come sanno perfettamente che tristi litanie e doglianze sono garanzia di inattaccabilità. Da qualsiasi parte provengano!
Non si spiega altrimenti come mai questa ricorrenza non raggiunga mai obiettivi concreti e vincolanti.
La storia è storia. E fa parte del nostro vissuto. E’ quello che siamo stati per essere ciò che saremo.
Le date legate alla “festa “ dell’otto marzo, dunque, sono collegate ad eventi storici precisi che raccontano la loro storia e che hanno valenza e rilevanza.
Ogni essere umano ha in se propensioni, radici ed essenze. La storia delle donne, però, è nata bellissima, ma da sempre vive nella miseria…
[…] Le donne nel mondo subiscono ancora soprusi e discriminazioni e sperimentato ancora in prima persona vessazioni e derive politiche retrive.
[…] Le donne non hanno rilevanza politica, non hanno potere economico. Non hanno autorità, né banche, né eserciti, né pozzi di petrolio. Non accedono ai ruoli di comando, sono pagate meno
degli uomini, non riescono a fare carriera.
[…] Le donne, in Italia – pur essendo più laureate degli uomini – lavorano meno di loro e, se lavorano, hanno posti precari e salari inferiori: in media il 9% in meno a parità di qualifica
Le donne per uscire fuori dal concetto di specie protetta ma intrinsecamente e subdolamente
inferiore, devono far sentire forte la loro voce!!!
Rispetto a questa sorta di chiusa e ostinata avversione contro il progresso civile e sociale, in Poste Italiane si registra un’inversione di tendenza. Le donne della nostra Azienda sono poco più della
metà dei 136.000 dipendenti. Un buon 46% del personale con la funzione di quadro è donna.
Rispetto ai vertici aziendali, il 44% dei componenti del consiglio di amministrazione è donna e il 21% delle posizioni Executive è occupata da donne. Inoltre, il trattamento retributivo di supporto
alla maternità e paternità è di gran lunga migliore di quello previsto dalla legge. Esiste una tutela per tutte le lavoratrici madri e specifica per le portalettere durante la gestazione e nel primo anno
di vita del figlio. Il telelavoro e il part time consentono di conciliare vita lavorativa e personale regolandole secondo le proprie esigenze.
E’ ovvio che tutto ciò non ristabilisce le sorti dei diritti negati alle donne e le zone d’ombra ancora presenti nel mondo del lavoro. Le buone pratiche presenti in Poste Italiane consentono però in
maniera tangibile, alle donne della nostra Azienda di potersi organizzare malgrado una società civile ancora arretrata ed in forte ritardo. Alla luce di ciò, convinti del fatto che donne ed uomini
camminano insieme, siamo sicuri che le donne di Poste, forti di una struttura sociale che si adatta alle loro esigenze, in “quota” parte alleggerite dal peso della solitudine, fuori da gabbie,
separatezze e surrettizie intoccabilità, siano donne libere, che pensano e agiscono da donne libere e che per questo vivono l’otto marzo tutti i giorni dell’anno.
SLP CISL Segreteria Territoriale
di Roma capitale e Rieti
Franco Polverino