Nuovo Piano Industriale, Del Fante in Audizione alla Camera: “Tra dicembre e gennaio”

17 Novembre 2017
 Da il sole 24 ore

Poste italiane, Del Fante: «Il futuro passa dalla grande crescita dei pacchi e-commerce»

«Il futuro delle Poste non può non passare attraverso la grande crescita nel mondo dei pacchi dovuta all’e-commerce». Lo ha detto Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, in audizione al Senato. «Si apre un mondo – ha affermato – in cui andiamo a continuare gli investimenti già fatti dall’azienda, ci confrontiamo con operatori globali molto strutturati. Abbiamo capito quello che è il futuro».

Alitalia non ha più esposizioni nei nostri confronti
Poste Italiane non ha più esposizioni creditorie nei confronti di Alitalia, ha detto Matteo Del Fante, rispondendo a una domanda in audizione alla Camera. Secondo i dati diffusi da Poste in occasione dei conti sui nove mesi, l’investimento in Alitalia ha fatto registrare 82 milioni di perdita.

Taglio uffici dove ci sono sovrapposizionie estreme
Poste ha «esigenze di ridurre la base dei costi», ha spiegato l’ad, e lavorerà quindi per eliminare «sovrapposizioni estreme» nella rete degli uffici. «Usando una metodologia comune nel settore bancario ‘compassiamo’ ciascun ufficio postale con cerchi di raggio vario, 300 metri, 500 metri, un chilometro. Valutiamo quali uffici non presentano situazioni di sovrapposizione e efficientamento. E non escludiamo riduzioni della nostra presenza fisica».

Tra dicembre e gennaio il nuvo piano industriale
Quanto al nuovo piano industriale di Poste, già preannunciato per inizio 2018, «è in approvazione», ha detto Del Fante: verrà completato «con i numeri» e approvato in cda «tra dicembre e gennaio». Sono già impostate, invece, ha detto, «le linee strategiche».

Il vecchio piano ha fatti ripartire l’azienda
Il piano industriale di Poste Italiane messo a punto dall’ex ad Francesco Caio, «ha fatto ripartire l’azienda in modo virtuoso, sta a me proseguire quel percorso», ha detto il nuovo ad di Poste, rispondendo a una domanda in audizione alla Camera.

Fondi immobiliari gestiti da società indipendenti
Poi ha parlato dei fondi immobiliari che. ha ricordato, «sono stati collocati tra il 2002 e il 2005 in quanto fondi immobiliari sono gestiti da società di gestione indipendenti». Ha detto che «il primo è andato bene». Del secondo che è andato in scadenza «Poste si è fatta carico nonostante non fosse una nostra responsabilità (visto che esiste un gestore)».

Riguardo alla proposta di rimborso fatta da Poste agli investitori, «abbiamo una casistica limitata del numero di clienti che hanno richiesto l’adesione al tavolo di conciliazione. Solo 33 italiani hanno ritenuto cioé che la proposta di Poste non fosse soddisfacente». Per quanto riguarda il terzo fondo, Europa Immobiliare, «non è ancora andato in scadenza, aspettiamo la scadenza per valutare quello che è il valore finale di quell’investimento. Sulla base di quel valore, ma non possiamo fare pre-valutazione, decideremo quali azioni mettere in campo per i risparmiatori». Il quarto fondo scade a dicembre 2018. Poste, sotto la guida di Massimo Sarmi, ha venduto le quote di quattro fondi immobiliari che si sono rivelati altamente rischiosi.

Da La Repubblica

Poste Italiane punta ancora sulla corrispondenza

Nonostante i conti nella consegna delle lettere siano in rosso, Del Fante vuole continuare a credere nel settore. L’azienda valuta anche la chiusura di alcuni sportelli postali

MILANO – “Speriamo” che Poste Italiane, “e questo è un tema alla mia attenzione e in cima alla priorità”, sia “di nuovo un operatore con focus sul recapito”. Lo ha detto Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane, nel corso della sua audizione alla Camera, dopo che l’ultima trimestrale ha evidenziato come il sistema di corrispondenza sia in perdita. “Il futuro delle poste non può non passare attraverso la grande crescita nel mondo dei pacchi dovuta all’e-commerce”. “Si apre un mondo – ha affermato – in cui andiamo a continuare gli investimenti già fatti dall’azienda, ci confrontiamo con operatori globali molto strutturati. Abbiamo capito quello che è il futuro”.

Per ovviare al calo e alla concorrenza nei pacchi, Poste si è focalizzata sul lavoro di banca e assicuratore. Quanto al comparto assicurativo “ci stiamo cimentando anche nel ramo polizze danni, l’azienda e già attiva nel non rc auto (al di fuori dell’rc auto) su prodotti come la protezione della casa, la protezione della persona e la sanità”. Lo ha detto Matteo del Fante, amministratore delegato di poste italiane, in audizione alla camera. Tra “dicembre e gennaio” ci sarà il nuovo piano industriale di Poste Italiane. In occasione della presentazione dei conti, il top manager aveva già anticipato che il piano sarebbe stato presentato nei primi mesi del 2018.

Il piano
industriale di Poste Italiane messo a punto dall’ex ad Francesco Caio, “ha fatto ripartire l’azienda in modo virtuoso, sta a me proseguire quel percorso”.

Poste sta anche valutando come contenere i costi. “Stiamo cercando di valutare quelle sovrapposizioni estreme, usando una metodologia comune nel settore bancario. Compassiamo ciascun ufficio postale con un raggio vario (300-500 metri-un chilometro), vediamo quali uffici ci rientrano e valutiamo se quegli uffici nelle province non presentino sovrapposizioni. Lì non escludiamo potenziali riduzioni della nostra presenza”, ha detto Del Fante. Poste, ha aggiunto Del Fante, non ha comunque intenzione di chiudere gli uffici postali nei piccoli comuni. Il 13 luglio, peraltro, il gruppo ha presentato all’Agcom un piano dove sono previste 79 chiusure e 12 rimodulazioni d’orario degli uffici. Il piano già escludeva chiusure e rimodulazioni orarie in uffici postali di comuni con meno di 5mila abitanti, se non in condivisione con gli enti locali e in piena aderenza allo spirito della nuova legge sui piccoli comuni.

Da COR.COM

Poste, Del Fante: “Traineremo il Paese nel digitale”

L’INTERVISTA

Il nuovo Ad: “Nei primi mesi del 2018 sarà pronto il nuovo piano industriale. Canale fisico e digitale convivranno. Vogliamo guidare la rivoluzione, non subirla. Amazon? Non è una minaccia, ma un’opportunità”

La sfida di Poste è quella di far convivere il canale digitale e quello fisico, valorizzando il contributo dei dipendenti, e di diventare un traino per la trasformazione digitale del Paese, cogliendo tutte le sfide che il mercato propone e proporrà nei prossimi anni, come quella dell’e-commerce, e della consegna dei pacchi per giganti come Amazon. E’ il succo dell’intervista rilasciata al Corriere della sera a Matteo Del Fante, da sei mesi amministratore delegato di Poste Italiane.

“Sono convinto che possiamo avere un ruolo trainante nel digitale, aiutare il Paese in questa trasformazione. Possiamo e dobbiamo farlo. (…) Il piano industriale – afferma – sarà pronto nei primi mesi del 2018. (…) Prevede un sempre maggiore affiancamento dell’offerta digitale e della presenza fisica. Certo, non possiamo trasformare chi lavora con noi in super esperti di finanza, ma i accompagnatori competenti su prodotti semplici e chiari sì. Questo vuol dire mettere insieme le app sui telefonini e il servizio negli uffici”.

Del Fante ribadisce l’atteggiamento costruttivo dell’azienda, che conta su 137mila dipendenti, circa 13mila uffici in tutta Italia e 30mila portalettere, verso il digitale: “Non abbiamo nessuna timidezza verso il digitale, e vogliamo creare la nostra leadership. Se restassimo in difesa, in pochi anni avremmo perso. Meglio guidarla che subirla, questa rivoluzione. Dobbiamo valorizzare in nostri centri di presenza territoriale, tra uffici e centri di smistamento, che sono le nostre fabbriche. Vogliamo diventare, ad esempio, il numero uno dei pacchi”.

In questo quadro la sfida lanciata dal mondo dell’e-commerce e da Amazon “è una grande opportunità di crescita per le Poste – spiega Del Fante – E’ l’unico settore in crescita. Loro consegnano quei volumi, con noi o senza di noi. Sta a noi essere il più bravi possibile. Loro, Alibabae tutto l’e-commerce è un settore che ci costringe ad accelerare il processo di qualità”.

Poi c’è il settore dei pagamenti digitali, sempre in gran parte abilitati dall’e-commerce: “Attraverso le Poste passano quasi un quarto delle transazioni segnalate all’Uif e un quarto delle transazioni online vengono realizzate con le nostre carte – prosegue Del Fante – Siamo soci della Sia al 15% e sui pagamenti elettronici puntiamo a un ruolo di primo piano. Per questo abbiamo creato un’unità operativa che tiene insieme pagamenti, mobile e digitale”.            

Quanto alle telecomunicazioni, Del Fante sottolinea che “Quasi 4 milioni di clienti usano le nostre sim, siamo già oggi il quarto operatore del mercato”. Sarà sempre più importante che le sim si “parlino” con il settore dei pagamenti, “vista l’evoluzione delle sim come borsellino elettronico”.

Da Primo Piano.it

Poste italiane ‘salva’ gli uffici nei piccoli comuni


L’ad dell’azienda illustra il piano industriale alla Camera dei deputati. Il presidente dell’Anci Molise Sciulli: un risultato concreto

Il nuovo piano di Poste italiane, illustrato in audizione alla Camera dall’amministratore delegato dell’azienda Matteo Del Fante, esclude chiusure e rimodulazioni orarie degli uffici postali nei Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, se non in condivisione con gli enti locali e in piena aderenza allo spirito della nuova legge sui piccoli Comuni.
Lo rende noto il presidente di Anci Molise Pompilio Sciulli, per il quale questa è la prima risposta che arriva dopo il varo, circa un mese fa, della norma per i centri minori d’Italia. «L’Anci – aggiunge Sciulli – ha da sempre prestato massima attenzione e impegno nel favorire il confronto nazionale e territoriale tra tutte le istituzioni interessate alle Poste, e questo è un risultato concreto».
«Lo stesso approccio – ancora Sciulli – dovrà ora essere portato avanti nel monitorare la qualità del servizio relativamente alla consegna della posta a giorni alterni, tenendo conto delle direttive comunitarie su tale specifica modalità di servizio, valorizzando la capillarità della rete postale e le potenzialità dei servizi in formato elettronico, offrendo al cittadino nuove opportunità e mantenendo la prossimità di uno dei servizi maggiormente sentiti sul territorio nazionale, anche nei casi di fusioni tra Comuni. L’Anci da parte sua proseguirà la propria azione a tutela del servizio postale tenendo conto di questi ‘valori’, a garanzia del mantenimento della funzione di presidio dello Stato in particolare nei piccoli Comuni, nelle aree montane e interne di cui è caratterizzato oltre il 60% del nostro Paese».
La legge per i piccolo Comuni prevede, tra l’altro, la possibilità per i centri o le frazioni non serviti dal servizio postale di stipulare apposite convenzioni con Poste italiane per effettuare i pagamenti di imposte comunali, tasse, bollette e vaglia presso gli esercizi commerciali. Per garantire inoltre uno sviluppo sostenibile e un governo equilibrato del territorio la nuova normativa stabilisce che i vari enti competenti promuovano nei piccoli Comuni l’efficienza e la qualità dei servizi essenziali, servizi postali compresi. Per perseguire questo obiettivo le amministrazioni interessate possono istituire anche in forma associata centri multifunzionali per l’erogazione delle prestazioni.

 

 

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